Le accuse di Bergomi: "Cancellati 104 anni di calcio a Galliate" - I AM CALCIO NOVARA

Le accuse di Bergomi: "Cancellati 104 anni di calcio a Galliate"

Pietro Bergomi
Pietro Bergomi
NovaraFocus

Volenti o nolenti la storia recente del Galliate ha un nome e un cognome, quello di Pietro Bergomi. E' stato lui, nel corso degli ultimi venticinque anni, a reggere nel bene e nel male le sorti del calcio nella cittadina novarese, portando la società rossoblù a vivere gli anni gloriosi della presenza in Eccellenza; una società che, da qualche stagione, è sparita dal panorama del calcio dilettantistico locale. Da quando è uscito di scena l'ex presidente ha avuto problemi di ogni sorta, dai guai di salute a quelli giudiziari, ma ora che le cose si stanno sistemando vuole cercare di riabilitare la sua immagine agli occhi dei suoi concittadini, spiegando le sue ragioni sul perché a Galliate non ci sia più il calcio, con uno stadio dai cancelli chiusi e gli abitanti costretti ad emigrare altrove per rivivere le emozioni che un prato verde sa dare nel week end. 

"Sono in tanti a Galliate a chiamarmi ancora presidente - esordisce Bergomi - probabilmente perché riconoscono quello che ho fatto per il calcio in questa città e sono rimasti in qualche modo legati alla mia figura. I ricordi che ho di quel periodo sono quasi tutti positivi, sono stato catturato da questa esperienza che ho vissuto con passione, spendendo un terzo della mia vita per il Galliate Calcio. Ho iniziato come succede a molti genitori, portando mio figlio al campo per cominciare a giocare a pallone e mi sono accorto subito che c'era bisogno di un cambio di mentalità nel calcio di paese, a Galliate come altrove: c'era l'esigenza di passare ad una Scuola Calcio che desse a tutti i bambini la stessa possibilità di imparare a giocare, evitando di lavorare solo su chi aveva già le doti. Erano i primi Anni Novanta quando mi sono fatto avanti e sono entrato in società, e in quegli anni ho avuto la fortuna di conoscere persone come Francesco Rosetta a cui poi abbiamo dedicato un torneo a carattere nazionale a cui partecipavano società professionistiche di blasone come Juventus, Fiorentina e Torino: è stata un'esperienza coinvolgente per me dapprima come responsabile del Settore Giovanile, affiliati ad un nome importante del panorama nazionale come quello del Parma Calcio, e poi come presidente, dando lustro non solo alla società di calcio ma al paese intero tanto che spesso al campo si vedevano i rappresentanti del Comune, con il Sindaco Ferrari in testa, per partecipare alla vita societaria. Abbiamo fatto molto in quegli anni per i ragazzi di Galliate, entrando anche nelle scuole con istruttori del Galliate Calcio, ed è un peccato che tutto questo non venga ricordato".

Dopo l'esperienza nel Settore Giovanile, Bergomi ha preso sulle proprie spalle nel 2005 l'onere della presidenza societaria mantenendo la carica fino al 2013, anno in cui sono sorti i problemi di carattere finanziario che hanno costretto il presidente a passare la mano: "Quando ho cominciato a ricoprire il ruolo di presidente - ricorda ancora Bergomi - non mi sono mai accontentato perché ero convinto delle mie capacità dirigenziali, ho sempre cercato di mettere a disposizione la mia esperienza: abbiamo iniziato una scalata che ha portato la squadra dalla Seconda categoria all'Eccellenza, dove abbiamo trascorso due anni bellissimi togliendoci grandi soddisfazioni; era una squadra formata da grandi giocatori e allenata da un grande allenatore, devo ancora ringraziarli perché nell'ultima stagione, quando già avevamo qualche problema, non hanno mai fatto mancare il proprio apporto magari anche rimettendoci, perché c'era attaccamento alla maglia, alla società. Errori ne ho fatti, non lo nego, ma sono dovuti alla troppa passione che nutrivo per questa società: quello che mi ha lasciato l'amaro in bocca è che in quel periodo difficile non sono stato aiutato da nessuno, specialmente dall'Amministrazione Comunale che ha cavalcato l'onda positiva quando le cose andavano bene negli anni d'oro salvo poi lavarsene le mani quando sono sorti i problemi. Io mi sento a posto con me stesso, l'ultima soddisfazione che mi sono tolto è stata quella di pagare l'iscrizione alla squadra in Promozione, una squadra di cui non ero già più presidente e che era passata di mano alle persone che il Comune stesso, nella persona del Vice Sindaco Eros Verdura e dell'allora Assessore allo Sport Marco Bozzola, mi aveva presentato facendomi pressioni per lasciare in mano loro ogni cosa, dalla guida della società a quanto si trovava al campo sotto forma di strutture (il manto erboso era stato appena rifatto nel 2012), attrezzature e forniture del bar".

Molto si è parlato anche di affitti che il Comune pretendeva e che la società rossoblù non aveva mai versato, altra questione che Bergomi ci tiene a sottolineare: "Io ho azzerato ogni mia pendenza con l'Amministrazione Comunale, il regresso degli affitti che ci venivano richiesti sono stati saldati grazie ad una fideiussione, che io stesso ho firmato con un gruppetto di persone molto legate al Galliate Calcio, che copriva l'intero importo degli arretrati dovuti. Mi sento in regola con tutto, forse altri non possono dire lo stesso: quello che più mi interessa è ridare immagine alla mia figura, anche per questo sto cercando in tutti i modi di alzare il velo su quanto accaduto negli ultimi mesi della mia presidenza". Bergomi lancia stilettate mirate contro chi avrebbe potuto fare qualcosa in quegli anni per lanciare un salvagente al calcio galliatese: "La società Galliate Calcio poteva essere salvata e invece è stata usata solamente come carro del vincitore finché ha fatto comodo; quando sono sorti i primi problemi si è cercato un capro espiatorio ed è stato trovato nella mia figura, trasformandomi nello Schettino della situazione che ha fatto affondare la barca. E' stata fatta morire una società ultracentenaria, nata nel 1911 e cancellata dopo 104 anni di storia: c'è grande rammarico perché eravamo arrivati ad essere un riferimento costante per la gente di Galliate, la domenica era una festa quando giocava la prima squadra e lo stadio era sempre pieno; sono contento di aver fatto parte di tutto questo, di aver portato il calcio di Galliate al massimo livello. Ne sto pagando le conseguenze? Pazienza. Ma la devastazione non è stata lasciata da Bergomi quanto dalle successive gestioni che hanno costretto l'Amministrazione Comunale a mettere a bilancio decine di migliaia di euro per ripagare i danni".

C'è grande malinconia nelle parole di Bergomi quando ritorna a parlare di quegli anni, di una società che sentiva quasi come parte della propria famiglia; parole che fanno quasi pensare che, se ci fosse la possibilità, il presidente vorrebbe ancora tornare in pista. Un'ipotesi che però è lo stesso Bergomi ad allontanare: "Non penso proprio che ci siano opportunità di creare una nuova società, ho avuto una seconda chance nell'ambito della salute e non vorrei sprecarla dedicandomi nuovamente al calcio. E poi una realtà galliatese non potrà più fare calcio a Galliate visto che le ultime notizie, confermate anche dall'Amministrazione Comunale, parlano di un bando per la gestione dell'"Achille Varzi" vinto dalla società Ro.Ce. che ha ipotecato per i prossimi anni l'uso della struttura. Mi spiace che nessuno a Galliate potrà raccogliere i frutti del lavoro fatto ai nostri tempi, che non ci potrà essere continuità nel calcio cittadino: per quel che mi riguarda, il fatto che tante persone a Galliate rimpiangano i tempi di quando c'era io alla guida della squadra mi porta l'orgoglio di sapere che in qualcuno ho lasciato almeno un segno. Ora è tempo di pensare alla mia salute, alla mia famiglia che devo riconquistare e a mio figlio".

 

Carmine Calabrese