Alosi riflette a freddo: "Gesto senza giustificazioni, chiedo scusa"

Un gesto brutto, esecrabile, di cui resteranno le immagini che stanno girando su tutti gli smartphone degli "aficionados" del calcio dilettantistico piemontese. Un gesto a cui non si vorrebbe mai assistere non solamente su un campo di calcio ma anche nella vita normale, frutto dell'annebbiamento di un attimo di follia ma che lo stesso protagonista fatica a spiegarsi e sicuramente non giustifica.
E' infatti proprio Giovanni Alosi, tecnico del Carpignano ed autore del colpo al volto dell'arbitro Felis che ha reso amara tutta la domenica calcistica vissuta sui campi piemontesi, a voler intervenire in primo luogo per scusarsi: "Non cerco giustificazioni - esordisce Alosi - perché quello che ho fatto non ha niente a che fare con i valori e con il mio modo di intendere il calcio, che è prima di tutto un divertimento che non può e non deve permettere tensioni come quelle che mi hanno portato a compiere questo gesto bruttissimo e di cui mi vergogno in prima persona, perché ho visto anch'io le immagini ma non mi ci riconosco. Non posso che chiedere scusa in primo luogo al direttore di gara, con il quale ho avuto modo di parlare al termine della gara per porgergliele di persona, ai nostri avversari per aver rovinato una gara di calcio in cui gesti violenti come il mio non dovrebbero trovare mai posto e infine alla mia società verso la quale mi sento responsabile non solo per il ruolo che ricopro ma anche perché possediamo un settore giovanile con tanti ragazzi a cui non andrebbero mai presentati esempi come il mio. Purtroppo ho avuto un secondo di buio totale, in cui ho male interpretato un'espressione del direttore di gara che, in quel momento, mi pareva irridente, ma ciò non avrebbe mai dovuto portarmi a compiere un gesto così brutto".
Un gesto che avrà delle conseguenze a livello disciplinare, è fuori da ogni dubbio, ma che però vengono anticipate dallo stesso Alosi: "Negli spogliatoi ho subito presentato alla società le mie dimissioni perché quello che ho fatto mi deve portare a riflettere su come sto vivendo questi momenti, perché non fa parte del mio modo di essere. Nell'ultimo periodo sono successe molte cose intorno al Carpignano, ad esempio la perdita di Ravetto avvenuta più o meno un anno fa, ma questo non può giustificare il mio gesto. L'unica cosa di cui sono contento è che il direttore di gara, che avrebbe potuto essere mio figlio, non ha subito conseguenze a causa del mio colpo: per quanto mi riguarda in questo momento non sono degno di rappresentare il Carpignano su cui spero non ricadano le conseguenze di ciò che ha fatto un singolo per cui mi sembrava il minimo, al di là di ciò che deciderà la giustizia sportiva, rimettere alla società il mio incarico".
Contestualizzato ciò che è successo Alosi cerca di trovare del positivo in ciò che è accaduto sul campo dell'Oleggio Castello: "Spero che quanto mi è successo sia di esempio per tutti quelli che alla domenica sono protagonisti su un campo da calcio affinché nessuno abbia mai una reazione come quella che ho avuto io. Il calcio dilettantistico vive soprattutto per essere motivo di svago, divertimento, e certi atteggiamenti ne devono essere banditi per cui spero di non vedere più su nessun altro campo un gesto brutto e sbagliato come quello da me commesso e di cui mi assumo tutta la responsabilità".