Mister Gattuso: “Abbiamo fatto delle cose bellissime “ - I AM CALCIO NOVARA

Mister Gattuso: “Abbiamo fatto delle cose bellissime “

Giacomo Gattuso
Giacomo Gattuso
NovaraSerie C Girone A

C’è chi dice che l’allenatore è un uomo solo, nonostante abbia intorno staff e dirigenza. È solo quando sceglie la formazione o quando lascia in panchina qualcuno, quando deve valutare il gruppo, quando deve sceglierlo o quando deve motivare, calmare e tenere a freno le anime calde. Solo, quando le cose vanno male o non vanno proprio. Giacomo Gattuso ha fatto, ancora, un’impresa. Scelto per guidare una squadra allora claudicante in un assetto societario crepato ha accettato una sfida difficile, forse una follia. Eppure ci ha creduto, più di tutti noi, e ce l’ha fatta. Ora il Novara FC può passare le vacanze ancora in Serie C, dopo i play-out vinti contro il Fiorenzuola e pensare a sogni più ambiziosi mentre lui, contornato da una stima ed un affetto incredibili, può finalmente rilassarsi e raccontarsi nonostante la sua elegante riservatezza.

- Il giorno dopo è sempre più bello. Ora è passata poco più di una settimana da quel giorno lì. Quali sono le sensazioni che provi ora, che c’è la chiarissima lucidità di avercela fatta?                                                                                                               

"È ancora più bello. Poi dopo questa settimana mi è tornato in mente tutto il film della stagione e le situazioni che sono andate a crearsi in questo percorso e da lì ho capito veramente che abbiamo fatto un gran lavoro, abbiamo fatto delle cose bellissime e importanti. C’era il rischio che tutto il nostro sforzo, la nostra fatica e tutto il nostro lavoro chiaramente poteva svanire se i play-out non andavano bene, fortunatamente siamo riusciti poi a vincerli ma soprattutto, quello che interessa a tutti, è aver portato a casa un risultato così importante perché comunque fino a qualche mese fa sembrava veramente tanto difficile. In questo momento oltre a riposarmi, mi godo proprio il momento perché per noi allenatori i tempi liberi per pensare ai momenti belli durante la stagione non ci sono".

- Sei riuscito a inventare una squadra tirando fuori delle capacità singolari che fin a poco fa erano annebbiate o forse pure inesistenti. La domanda è: ma come hai fatto? Te lo chiedo perché di solito l’allenatore fa con quello che ha, tu hai anche creato dove non avevi. Ci vuole un po’ di magia per questo, non credi?                   

"Ci vuole conoscenza. La mia fortuna è che ho fatto molti anni nel settore giovanile, ho sempre allenato solo la Primavera e quel percorso lì mi ha aiutato perché la mia tipologia di lavoro era soprattutto nella crescita individuale del calciatore che riguarda tutte le aree: tecnica, tattica, mentale, fisica. Lo sto facendo anche con i grandi - quindi con la Prima Squadra - e vedo che funziona riportare qualche tipologia di lavoro simile con i professionisti: ho provato a Como dove comunque a livello individuale i giocatori erano cresciuti e quando cresci a livello individuale poi cresce anche il rendimento della squadra. L’ho riportato nei grandi, vedo che le cose funzionano bene, è una cosa mia, un mio modo di lavorare che mi sono costruito negli anni. L’ altra cosa difficile che non sempre riesce, anche perché dipende dalla tipologia di giocatori che hai, è che sono riuscito - come sono riuscito al Como - a creare quell’alchimia ed empatia tra i giocatori, tra l’allenatore e i giocatori, tra allenatore e tifo. Quando si riesce a creare tutto questo puoi raggiungere qualsiasi tipo di risultato. Io alleno, quello che vedete sono io, non riesco a nascondere o fingere qualcosa perché fa parte del mio modo di essere".

- Mi ricollego a ciò che dici: per questo sei contornato da un affetto, da parte dei tifosi ma anche dagli stessi giocatori, anche sicuramente dato dai tuoi trascorsi e successi professionali. Lo senti tutto questo calore?

"Sì, sì lo sento. Se non fosse così non riuscirei a fare bene il mio lavoro. Quando vedo i ragazzi con musi lunghi o con le facce un po’ brutte o un po’ strane non riesco ad allenarli, glielo dico in anticipo. Poi è chiaro che con le parole devono esserci i fatti per poter far esprimere al meglio, tirando fuori sempre il meglio e non il peggio. È un lavoro lungo e impegnativo, bello e gratificante soprattutto poi quando funziona".

- Quanto conta la fortuna nel calcio?                                                                             

"Mi sto rendendo conto che conta purtroppo, anche se poi la fortuna molte volte bisogna conquistarsela, però per certi versi, in qualche situazione, conta. Noi alcune volte in questo percorso, riferito soprattutto alla partita contro la Triestina, siamo stati poco fortunati e quindi con quel pizzico di fortuna sicuramente qualche risultato in più lo raggiungi però detto questo io non vado a vedere fortuna o sfortuna, cerco alla fine di raggiungere il risultato tramite il lavoro".

- Se potessi tornare indietro c’è qualcosa che cambieresti, nonostante la consapevolezza che tutto ciò che è stato fatto ha portato alla salvezza?                 

"Mi sono spaventato dopo una decina di giorni che ero lì perché a un certo punto capivo e sapevo che la situazione a livello societario era cambiata. Io arrivo con il Presidente Ferranti che ringrazio essendo stato una sua scelta, però poi ho saputo che voleva vendere allora non sapevo se la mia scelta era corretta perché quella situazione poteva compromettere tutto il mio lavoro, tutto quello che doveva essere fatto, mi sono un po’ preoccupato. Poi invece con l’avvento della nuova società, tutto è tornato in ordine e quindi ho proseguito con grande entusiasmo e ho capito che quel percorso, soprattutto a livello societario era giusto e positivo. Poi è andato tutto come doveva andare".

- Squadra che vince non si cambia?

"Squadra che vince spero non si cambi o quantomeno gli artefici di questo percorso così importante. Con la società dobbiamo incontrarci nei prossimi giorni per affrontare tanti aspetti, vorrei tenere più giocatori possibili, per quello che hanno dato è giusto che abbiano una riconferma e soprattutto sono giocatori che sono cresciuti quindi secondo me hanno ancora margini di crescita, possono essere utili anche il prossimo anno".

- Prima di augurarti delle buone e meritate vacanze vuoi dire tu qualcosa?         

Intanto che ti seguo e ti leggo, scrivi bene e mi piacciono le tue idee, perché la cosa più bella è l’aspetto sentimentale del calcio quindi tu continua su questa strada. Io sono una persona molto riservata, magari non esprimo all’interno di una gara emozioni particolari perché sono di carattere introverso però ho sentito tanto calore nei miei confronti, calore che ha seguito la squadra nelle partite, soprattutto in questo periodo. Mi sono arrivati tanti messaggi belli, di stima, di affetto, di ogni tipologia. Questo vuol dire che anche loro hanno capito il lavoro che è stato fatto con i sacrifici e con tanta energia e di questo come ti ho detto prima, o prima o dopo paga, fortunatamente anche quest’anno ha pagato bene. A questa piazza ci tengo sinceramente, soprattutto a far bene perché io sono qui da vent’anni a lavorare quindi se ci fosse stata una situazione differente avrei vissuto male il momento".

Competente, caparbio ed umile. Un mister da tenere ben stretto.

Alice Previtali

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