Mi scappa la pipì
Sarò polemica. E per una volta nella vita voglio sperare di sbagliarmi - sì, l’ho scritto - e aspettare che qualcuno confuti il mio manufatto con prove tangibili s’intende, come fossi stata deviata dalla pressione bassa che mi ha annebbiato occhi e mente per tutta la mia permanenza allo stadio.
Voler dichiarare più volte di puntare ad alzare l’asticella di una squadra quando alla prima in casa i tornelli aperti sono solo un paio mi sembra, in maniera figurata se non comica e sarcastica, il preambolo della classica zappa sui piedi come aggiungere l’ennesimo tassello delle realtà storte che da quest’estate accompagnano il tifo, la squadra ed il “Piola”. Questo probabilmente perché con la tessera dell’abbonamento fisicamente mancante, sostituita da una ricevuta di carta, il tempo per scannerizzare e controllare che tutto sia in regola raddoppia. Come la calma e la pazienza.
L’estate sta finendo però e non tutti sono possibilitati a ritirare l’abbonamento in una giornata di settembre, le incombenze lavorative o personali spesso inciampano con gli orari della biglietteria. Certo che capitano i ritardi, certo che capitano guasti o imprevisti ma di fronte all’impegno e alla fede dei tifosi nel sostituire con puntualità lo striscione "FORZA VECCHIO CUORE AZZURRO" o con l’istituire la "Casa del Novara" scrupolosamente all’inizio di stagione - oltretutto davvero emozionante, meticolosa nel dettaglio e pronta ad essere ampliata - sembra davvero una beffa, peggio delle 3 reti.
Lo stadio con presenze dimezzate (1825 di cui 584 paganti) ed il caldo appiccicoso che amplifica qualsiasi malumore e lamentela sono benzine che accendono il treno delle contese. E non entriamo nemmeno nella dinamica di gioco e dei tre schiaffi presi come sveglia da 11 ragazzini (il più vecchio dell’Atalanta U23 è del 2000 ed è rimasto in panchina) che ci hanno fatto vedere cosa significa giocare a calcio e governare il campo, oltretutto a casa nostra, giovani a cui il sol leone divenuto ormai insopportabile per chiunque, non fa fare una piega.
Ma lo sgambetto peggiore di ieri è stato soprattutto uno: il bagno del settore della tribuna laterale era CHIUSO. Giro di chiavi e gli addetti del bar che dicono “Qui no”. Le vesciche della Tribuna Blu, Rossa e della Tribuna Stampa erano salve ma i 13 litri di acqua che ognuno di noi ha bevuto per non finire steso e colpito dall’afa non era dato svuotarli ai laterali, nemmeno all’anziano che prenota l’abbonamento da decenni. Peggio dei 3 gol. È normale che poi ce la si prenda con l’unico che ci mette la faccia, mister Giacomo Gattuso che ha già la sua bella gatta da pelare. È normale che si inizino ad avere dubbi sulla completezza di una società - di Serie C - ed i motivi dello “sbotto” facile stanno diventando molti. Purtroppo si respira una perdita di fiducia per tutto ciò che sta intorno, indipendentemente dal campo da gioco visto i disagi presenti a monte, sempre a sfavore dei tifosi. Arrabbiati, mortificati, uomini che urinavano sui muri o che hanno abbandonato il seggiolino prima della fine della partita, forse a causa di esigenze fisiologiche. Questo il “Piola” ieri. Per nulla bello.
Se poi dobbiamo parlare del campo io la cronaca la farei così: la difesa che fino a ieri era la nostra garanzia completamente smantellata (non parlo di moduli, ma di testa in aria); Lancini ultimamente un po’ troppo irascibile; Di Munno uno dei pochi con idee geniali; Manseri un piacere vederlo dribblare; Calcagni e la sfiga delle traverse; Agyemang e la maledetta distorsione alla caviglia; Morosini assetato di gol come un tedesco con la birra che, però, dimentica il cavatappi. E per ultimo l’esordio - atteso come un vip - di Ganz che con le sue braccia alzate a lamento dimentica che se non trovi la palla tra i piedi a un certo punto, devi andartela a cercare, come i cimeli del museo. O come i bagni.